Ovviamente come obbiettivo principale c'è la Tour Eiffel, simbolo della città dal 1889, nostra meta di oggi quindi è il quartiere des Invalides.
Ci lanciamo così giù dalle ripide scale del nostro alberghetto e usciamo in strada, quella piccola e paurosa vietta del giorno prima con la luce non ci sembra poi così terribile; anche il resto del quartiere sembra cambiato! Sarà stata la stanchezza pensiamo!
Andando verso la metro notiamo una boulangerie, una panetteria; questa però è un pò particolare, vende infatti solo cose take away, il negozio è composto da un bancone che dà sulla strada... All'inizio siamo un pò titubanti, però poi vediamo che molti parigini prendono un caffè e un dolce e si dirigono con la loro colazione verso la metro, e così decidiamo di farlo anche noi! La scelta è davvero grande, e una volta deciso ci sentiamo delle gran fighe col nostro cappuccino nel bicchiere di cartone... Ci troviamo così bene che per il resto della vacanza quel negozietto diventerà il nostro fornitore di fiducia per la colazione!
I dolci parigini vi assicuro che sono fantastici, se vi capita di andare in questa città fate un salto in qualche pasticceria o panetteria perché merita, inoltre ne trovate moltissimi in giro per la città.
La metro è affollata al mattino, facce assonnate e distratte girovagano per i cunicoli... I turisti li noti subito, come noi si fermano alle cartine della metro e cercano di capirci qualcosa, all'inizio si è un pò disorientati, ma già dal secondo giorno sembriamo delle parigine doc., quel giorno dobbiamo cambiare due linee, ma in breve tempo comunque arriviamo alla stazione di Varenne.
La mia fantastica guida Mondadori ci ha proposto un percorso a piedi nel quartiere che noi seguiamo abbastanza fedelmente: circumnavighiamo i giardini e e la Dome e infine ci entriamo.
Prima di entrare nel complesso degli Invalides, si passa accanto alla chiesa di St.Louis des Invalides e al musée Rodin che noi non abbiamo visitato. Già da questi pochi metri di strada capisci la grandezza di Parigi, qui le strade sono tutte enormi e luminose, eppure non ti senti mai sovrastato da queste misure.
La Dome è uno dei più begli esempi architettonici 600eschi francesi e completa l'architettura della zona degli Invalides, fu voluta dal re sole nel 1676, una chiesa per i soldati era già stata costruita ma la Dome sarebbe servita esclusivamente per i reali. Il tentativo di Luigi XIV di traslare tutte le spoglie reali nella chiesa fu presto abbandonato, così dopo la sua morte divenne un simbolo borbonico, qui fu sepolto Napoleone Bonaparte, a lui si aggiunsero le tombe di Vauben, del maresciallo Foch e di altre figure militari celebri trasformando la chiesa in un memoriale storico.
La chiesa è incentrata nella tomba di Napoleone, al centro della costruzione c'è un grande buco circolare da dove si può vedere il piano di sotto, qui è posto il rosso sarcofago del re francese.
Nel soffitto in corrispondenza del buco, c'è la cupola della Dome coperta da un grande affresco del 1692; al di fuori l'aspetto della cupola è davvero maestosa e impossibile da confondere con altre, negli anni infatti è stata continuamente modificata, dal 1715 si è iniziato a dorarla fino a quasi totalmente coprirla di questo prezioso metallo.
E' possibile inoltre accedere al piano inferiore della chiesa e girare attorno al sarcofago di Napoleone mediante un corridoio, attorno a questo sono disposte altri monumenti funebri.
La chiesa è chiara e luminosa, a me ha colpito molto la sobrietà delle decorazioni perché mi aspettavo che Napoleone fosse sepolto tra il lusso più sfrenato.
Per entrare nella Dome bisogna pagare circa 10 euro, il biglietto però comprende anche il musée de l'Armée che si trova giusto affianco alla chiesa, questo museo tratta la storia militare dall'età della pietra all'ultima guerra, contiene la terza più grande collezione di armi al mondo. A me e alla mia compagna di viaggi non interessava molto, siamo andate a vederlo giusto perché era compreso nel biglietto salato.
Dietro la chiesa c'è la facciata di ben 196m dell'hotel des Invalides, anche questo edificio fu costruito sotto Luigi XIV per ospitare i veterani e invalidi di guerra francesi, prima destinati a vivere da vagabondi. Sopra la facciata appaiono abbaini decorati, ognuno di questi ha un diverso trofeo; il cortile invece è circondato da cannoni in bronzo del XVII-XVIII sec.
Sempre nel complesso degli Invalides si trova il Musée de L'ordre de la Libération dedicato al periodo della Francia libera e al suo capo Charles de Gaulle, anche questo non lo abbiamo visitato.
Uscite dal complesso des invalides, ci troviamo in avenue de la motte picquet, percorrendola si intravede già il nostro obbiettivo: la tour eiffel... E' bellissimo fare questo percorso perché ci si avvicina per gradi alla torre e la si può vedere attraverso diversi scorci paesaggistici.
Passiamo accanto alla grandiosa Ecole Militaire istituita da Luigi XV nel 1751 per educare 500 figli di ufficiali bisognosi, da qui iniziano i famosi Champ-de-Mars che portano alla torre Eiffel.
In origine questi giardini erano luogo delle parate militari, l'area fu teatro di eventi di ogni genere, da corse di cavalli a voli di mongolfiere, dal 2000 c'è inoltre il muro della pace, un monumento in stile moderno.
In quest'area si fecero varie grandi esposizioni fieristiche tra cui appunto quella del 1889, in occasione della quale Guatave Eiffel costruì la famosa torre metallica.
Finita la fiera, la torre doveva essere smontata, ma rimase fino ai giorni nostri e divenne simbolo della città, fu la più alta costruzione al mondo fino al 1913 quando l'Empire State Building di New York gli rubò il primato.
Nel tempo la torre è stata modificata e resa ancora più bella, è alta 276 metri, 324 con l'antenna.
Il primo livello (57 m) può essere raggiunto in ascensore o salendo i 360 gradini a piedi, il secondo livello (115m) è separato dal primo da 359 gradini e ospita il famoso ristorante Jules Verne dove Guy de Montpassant spesso andava a mangiare; il terzo livello infine è la cima, dove c'è una terrazza panoramica che può ospitare fino a 400 persone, da qui nei giorni più limpidi si vede il paesaggio fino a 72 km di distanza.
Di notte la torre viene illuminata completamente e irradia Parigi con lampi di luci sparati qua e là nel cielo.
Muro della pace nei Champs de mars |
Per raggiungere l'ultimo piano della torre bisogna sborsare ben 14 euro, inoltre in alta stagione bisogna attendere code di anche due ore, per questo noi abbiamo deciso di non salire; non temete perché è possibile godere del panorama parigino anche da terrazze panoramiche gratuite come quella della chiesa del sacro cuore o del trocadero.
Non discuto sul fatto che salire sarebbe stata un'emozione, ma con il nostro relativo poco tempo a disposizione e il ridotto budget abbiamo preferito non farlo, magari la prossima volta che torno a Parigi conoscendo già la città posso dedicare del tempo anche per provare questa esperienza (cercando di mettere da parte le mie vertigini!!!).
Finalmente soddisfatte di aver visto la Tour Eiffel e con la memoria della macchina fotografica quasi piena (è incredibile quante foto riesci a fare a questo monumento lungo la strada), ci avviamo verso un ristorante con il sorriso sulla bocca.
La zona è piacevole anche perché si è nel lungo Senna, e si cammina volentieri nonostante il freddo; noi prendiamo la direzione verso il quartiere St.Germain-des-Prés, quello accanto al quartiere dove ci troviamo ora.
St.Germain-des-Prés ospita vari cafè parigini famosi e non, così decidiamo di mangiare una cosa veloce in uno di questi: l'atmosfera è molto piacevole e sofisticata, ti sembra di rivivere la belle èpoque francese e tutti i suoi stereotipi; sicuramente i prezzi non sono tra i meno convenienti, ma almeno una volta consiglio a tutti di provare uno di questi locali.
Il programma pomeridiano prevede la visita del Musée d'Orsay, ricordo che noi siamo state a Parigi a novembre, percui faceva piuttosto freddo e verso sera cercavamo sempre di visitare luoghi al chiuso.
Questo museo si trova appunto nel quartiere di St.Germain, lungo la Senna; prima di diventare museo questo edificio era una stazione ferroviaria molto importante, cessò però la sua attività nei primi del '900.
Dopo essere caduta in disuso, la stazione rischiò di essere demolita negli anni '70, ma dopo un ampio rinnovamento fu convertita in museo nel 1986 per contenere tutte le forme di arte del periodo 1848-1914, quindi del periodo contemporaneo di allora.
La collezione artistica occupa tre livelli: al piano terreno sono esposte opere dalla metà alla fine del XIX sec, il livello intermedio ospita oggetti di arte decorativa in stile Art Nouveau e una selezione di dipinti e sculture dalla seconda metà del XIX sec a inizio XX. Al livello superiore infine, c'è la collezione di arte impressionista e neoimpressionista.
La galleria espone nomi celebri come Manet, Renoir (c'è uno dei suoi più famosi dipinti "Le moulin de la Galette"), Gaugin, Delacroix, Rodin e molti altri.
Per quanto riguarda le mie impressioni, il museo è concepito un pò come spazio aperto percui appena entrati si ha la sensazione che sia piccolo perché raggiungibile visivamente in ogni suo angolo; appena ci si addentra però, ci si rende conto che la quantità di opere esposte è davvero enorme e per visitarlo bene bisogna impiegarci un pomeriggio intero.
interno del museo-stazione ferroviaria |
Finisce così la nostra giornata di visite, stanche morte dalle lunghe camminate della giornata decidiamo di mangiare al mc Donald sotto il nostro albergo e poi ci buttiamo esauste a letto, riguardando le foto della giornata non ci sembra vero di aver fatto così tante cose e ci mettiamo a dormire con un sorriso in attesa di scoprire nuovi angoli della città.
SCOPRI COSA HO FATTO IL 3° GIORNO, ECCO IL LINK: TERZO GIORNO DEL MIO VIAGGIO A PARIS
Nessun commento:
Posta un commento