venerdì 13 dicembre 2013

LA SCUOLA GRANDE DI SAN ROCCO A VENEZIA

ARCICONFRATERNITA

Riconosciuta dal Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia nel 1478, nel corso della sua storia cambiò varie sedi.
All'inizio erano stabiliti a San Giuliano, passarono poi ai Frari e ancora a San Silvestro nel primi anni del XVI secolo.
Fu solo a fine del XVI secolo che decisero di costruire una sede loro, quella che è oggi la Scuola Grande di San Rocco nel campo omonimo a dieci minuti a piedi da piazzale Roma.
L'arciconfraternita San Rocco e relativi edifici (Scuola Grande, Chiesa e Scoletta) è una delle poche che fu risparmiata dagli editti di sopressione napoleonici, ha potuto così continuare la sua opera fino ai giorni nostri ininterrottamente.
Oggi conta di 360 confratelli capitolari che si riuniscono almeno una volta l'anno.



ARCHITETTI DELLA SCUOLA GRANDE

Pietro Bon: fu assunto nel 1517 per edificare la Scuola Grande e dovette sottostare a regole dettate dagli Organi dirigenziali della confraternita; essi infatti desideravano un modello piuttosto comune alle altre Grandi Scuole di Venezia.
Bon quindi creò un progetto di due sale sovrapposte: la sala terrena divisa in tre navate da due file di colonne, una scala di due rampe con cupola e nella sala superiore un ingresso per la sala dell'albergo (luogo di riunioni).
Già nel 1520 però sorsero problemi con l'architetto poiché aggiungeva dettagli sempre più grandiosi e si discostava dalle richieste dei committenti.

Sante Lombardo: iniziò la sua opera nel 1524, giovane e inesperto (era al suo primo lavoro importante) venne assunto solo con la clausola che egli si attenesse scrupolosamente alle direttive della Scuola.
Lombardo finì le coperture della Sala terrena, innalzò le pareti laterali sistemando gran parte delle bifore, e terminò con bravura la parte sul canale che dava problemi statici.

Scarpagnino (Antonio Abbondi): grazie a lui si deve l'aspetto attuale dell'edificio. Iniziò i suoi lavori nel 1527, era all'apice della sua carriera.
Tra i suoi interventi, i più significativi sono le otto colonne in facciata e lo scalone imperiale (per farlo dovette abbattere quello esistente in pietra e legno).

Giangiacomo de Grigi: fu nominato nel 1558 per fare l'Albergo dei Masseri sotto la rampa delle scale centrali e per creare vani per gli archivi e paramenti sacri sotto le rampe inferiori.
I lavori terminarono il 1560 ca.

Giorgio Fossati: nel '700 si decise di assumere un altro architetto per sopraelevare di un piano l'edificio e creare La Sala del Tesoro. Il compito fu affidato a Fossati che la posizionò al di sopra dello Scalone.

Sala Superiore


FACCIATE

Ovest: (a destra rispetto la facciata principale) dà sul Campo di Castelforte e ha due corpi sporgenti rispetto la struttura dell'edificio.
1. Il primo corpo al piano terra corrisponde al Portico delle Arche, chiamato così per via delle dieci lapidi presenti, e la Sala del Guardian da matin (oggi corrispondenti all'uscita). Al piano superiore c'è invece il mezzanino delle scale e ancora sopra La Sala dell'Albergo.
2.Il secondo corpo corrisponde a un portico al piano terra, scalone con cupola immediatamente sopra e infine la sopraelevazione '700esca La sala del Tesoro.

Est: la base è da attribuire a Pietro Bon, il secondo piano è da attribuire a Lombardo. Segue lo schema della facciata principale.

Principale: dà sul campo di San Rocco. E' ricca di dettagli, tanto da sembrare un precoce barocco.
Ha due tipi di bifore: al primo piano sono di Bon e sono di tipo codussiano mentre al secondo registro sono classiche e le ha ideate Scarpagnino.
E' grazie a quest'ultimo che la facciata diventa armonica, il maestro infatti crea otto colonne per unire in un unico motivo la facciata.

Sud: facciata molto semplice e unitaria ideata da Lombardo. Non è da escludere che fu aiutato dal padre Tullio per il progetto, vista l'inesperienza.

SALE

Sala inferiore: ampia sala divisa in tre navate da due file di colonne dal piedistallo ottagonale. Nel lato opposto all'entrata si vede subito l'altare '500esco dedicato a San Rocco.
Nota importante della sala è il ciclo pittorico di Tintoretto, qui potete trovare otto sue grandi opere che fece in età matura. Mirabile è l'uso che il maestro fa della luce.

Di seguito lo schema delle opere:



DIPINTI
a. Annunciazione
b. Adorazione dei magi
c.Fuga in Egitto
d. Strage degli innocenti
e. S. Maria Maddalena
f. S. Maria Egiziaca
g. Presentazione al tempio/Circoncisione
h. Assunzione della Vergine

PORTE
1.E' l'ingresso verso un corridoio che poi va al Portico delle Arche. Oggi è l'uscita del museo e negozio di souvenirs.
2. Si trova esattamente sotto all'Assunzione di Tintoretto e accede alla Sala del Guardian da Matin. Oggi non è visitabile.
3 e 5. Sono rampe di scale che portano ad un ripiano intermedio, da qui c'è un ulteriore rampa di scale per accedere alla Sala Superiore.
4. Tra le due rampe di scale si trova un'ulteriore porta, qui è stato ricavato l'Albergo dei Masseri con funzionalità di archivio. Anche questa area non è visitabile.

Scalone: come sopra citato fu ideato da Scarpagnino in stile imperiale.
E' composto da due rampe di scale che dal piano inferiore portano ad un mezzanino e da qui un'ulteriore rampa che porta alla Sala Superiore.
Il mezzanino ospita il busto fatto da Gerolamo Bertotti in onore a papa Pio X che arrivò in visita alla Scuola. L'epigrafe murata tra le finestre ricorda la pestilenza del 1576.
La rampa di scale che dal mezzanino va alla Sala superiore è davvero spettacolare, è coperta da affreschi che ricordano la peste del 1630 al termine della quale viene eretta la chiesa della Salute.
Nella parete destra c'è La Vergine appare agli appestati di Antonio Zanchi mentre a sinistra c'è La Madonna salva Venezia dalla peste del 1630 di Pietro Negri.
In fondo alla rampa delle scale si apre una cupola affrescata magistralmente da Gerolamo Pellegrini con San Rocco presenta gli infermi alla Carità.

Salone Superiore: (del tesoro) E' un'enorme salone decorato da affreschi, stucchi e statue di grande effetto scenico.
La parete di destra è occupata dall'Altare di Francesco di Bernardino e dal presbiterio con dossali scolpiti da Giovanni Marchiori con figure della vita di San Rocco.
La cancellata bronzea che chiude il presbiterio è invece opera Giuseppe Filiberti.
Le due statue poste ai lati dell'altare sono di Gerolamo Campagna e rappresentano S.Giovanni Battista e S.Sebastiano.

Nell'area del presbiterio ci sono vari dipinti posti su cavalletto: La Visitazione di Tintoretto, l'Annunciazione di Tiziano, Cristo morto di Bellini e Il ritratto maschile di Tintoretto (molti credono sia il suo autoritratto), il Cristo portacroce di Giorgione, Il padre eterno e gli Angeli di Tiziano, Il crocefisso tra i santi Rocco e Pantalone di Tintoretto, Agar e Ismaele di Tiepolo e infine altro quadro di Tiepolo Abramo visitato dagli Angeli.

Tutta la sala è percorsa da dossali lignei, nella parete in faccia alle scale Francesco Pianta Il Giovane crea tra i dossali delle sculture allegoriche lignee ideate come cariatidi. Sono di grande effetto e molto bizzarre, la loro interpretazione è di difficile intuizione percui il maestro decise di darne spiegazione in un cartiglio in mano alla statua di Mercurio posta a destra dell'arco dello scalone.
L'ultima statua a destra rappresenta la caricatura di Tintoretto, difensore della pittura.

Tutte le pareti della sala sono dipinte con scene tratte dal Nuovo Testamento mentre il soffitto con scene tratte dal Vecchio Testamento; la maggior parte dei dipinti sono ideati da Tintoretto e sono sistemati secondo un suo progetto.
I temi dei dipinti ruotano attorno a tre filoni principali identificabili con tre quadri del soffitto: Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia (miracolo dell'acqua), Il miracolo del serpente di bronzo (miracolo della guarigione), la caduta della manna (miracolo del pane).
Con questi tre temi la Scuola vuole lanciare il messaggio del suo operato, essa infatti vuole impegnarsi per alleviare le pene della fame, della sete e della malattia.

Di seguito lo schema delle opere nella sala:



1. San Sebastiano
2. San Rocco
3. Adamo ed Eva
4. Mosè salvato dalle acque
5. I tre fanciulli nella fornace
6. Adorazione dei pastori
7. La tentazione di Cristo
8. Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia
9. La colonna di fuoco
10. L'Eterno appare a Mosè
11. Il battesimo
12. Cristo risana il paralitico/ La probatica piscina
13. Giona esce dal ventre della balena
14. Sansone trae acqua dalla mascella dell'asino
15. Samuele e Saul
16. Il miracolo del serpente di bronzo
17. La scala di Giacobbe
18. La visione di Ezechiele
19. La resurrezione
20. L'ascensione
21. Il sacrificio di Isacco
22. Caduta della manna
23. Elia sul carro di fuoco
24. La visione di Geremia
25. Elia nutrito dall'angelo
26. Eliseo moltiplica i pani
27. L'orazione nell'orto
28. La resurrezione di Lazzaro
29. La Pasqua degli ebrei
30. Daniele salvato dall'angelo
31. Abramo e Melchisedech
32. L'ultima cena
33. La moltiplicazione dei pani e dei pesci
34. La visione di San Rocco




Sala dell'Albergo: in questa Sala si riunivano le riunioni di Zonta e Banca, due organi dirigenziali della Scuola.
Per decorare il soffitto si bandì un concorso, gli artisti dovevano presentare una bozzetta del proprio lavoro e il migliore otteneva l'impiego.
Tintoretto partecipò al bando, ma invece di presentare il bozzetto, presentò l'opera già completata facendo indignare gli avversari.
Inutile dire che il lavoro fu scelto e oltre alla tela nel soffitto, Tintoretto ottenne la decorazione di tutta la sala.
Il lavoro iniziò nel 1564 e terminò nel 1588 con grandi plausi della Scuola.
Il pittore era lui stesso un confratello, ma finiti i lavori della Sala dell'Albergo entrò a fare parte anche dell'organo dirigenziale Banca.

Di seguito lo schema delle opere:



a. San Rocco in gloria
j. La Primavera
n. L'Estate
r. L'Autunno
v. L' Inverno
u. Figura femminile
s. Figura femminile
t. La felicità
o. La fede
p. Allegoria della Scuola di San Teodoro
q. La bontà
m. Allegoria della Scuola di San Giovanni Evangelista
l. Allegoria della Scuola della Misericordia
k. Allegoria della Scuola di San Marco
z. La Speranza
y. Allegoria della Scuola della Carità
x. La liberalità

Sala della Cancelleria: l'accesso è a destra delle scale all'interno della Sala superiore. E' una stanzetta così minuta è discreta che quasi si fa fatica a notare.Non si può accedere e si può vedere solo dalla soglia.
All'interno c'è un grosso tavolone circondato da sedie con alti schienali e in fondo vedrete degli armadioni del '700.
Questa stanza è davvero spettacolare per le sue ridotte dimensioni e ridondanza di stucchi e decorazioni che la rendono un vero gioiellino.

Sala del Tesoro: Prima la sala del tesoro era la Sala superiore ed era denominata così poiché all'interno vi era un gran numero di reliquari, calici, croci, ornamenti sacri e miniature di grande valore.
Nel '700 si decise di creare una stanza apposita dedicata a questi ornamenti di impareggiabile valore, si affidò il lavoro a Giorgio Fossati che sopraelevò di un piano le scale.
Oggi la Sala è visitabile ed è di grande effetto.


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