ARCICONFRATERNITA
Riconosciuta
dal Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia nel 1478, nel
corso della sua storia cambiò varie sedi.
All'inizio
erano stabiliti a San Giuliano, passarono poi ai Frari e ancora a San
Silvestro nel primi anni del XVI secolo.
Fu
solo a fine del XVI secolo che decisero di costruire una sede loro,
quella che è oggi la Scuola Grande di San Rocco nel campo omonimo a
dieci minuti a piedi da piazzale Roma.
L'arciconfraternita
San Rocco e relativi edifici (Scuola Grande, Chiesa e Scoletta) è
una delle poche che fu risparmiata dagli editti di sopressione
napoleonici, ha potuto così continuare la sua opera fino ai giorni
nostri ininterrottamente.
Oggi
conta di 360 confratelli capitolari che si riuniscono almeno una
volta l'anno.
ARCHITETTI
DELLA SCUOLA GRANDE
Pietro
Bon:
fu assunto nel 1517 per edificare la Scuola Grande e dovette
sottostare a regole dettate dagli Organi dirigenziali della
confraternita; essi infatti desideravano un modello piuttosto comune
alle altre Grandi Scuole di Venezia.
Bon
quindi creò un progetto di due sale sovrapposte: la sala terrena
divisa in tre navate da due file di colonne, una scala di due rampe
con cupola e nella sala superiore un ingresso per la sala
dell'albergo (luogo di riunioni).
Già
nel 1520 però sorsero problemi con l'architetto poiché aggiungeva
dettagli sempre più grandiosi e si discostava dalle richieste dei
committenti.
Sante
Lombardo: iniziò
la sua opera nel 1524, giovane e inesperto (era al suo primo lavoro
importante) venne assunto solo con la clausola che egli si attenesse
scrupolosamente alle direttive della Scuola.
Lombardo
finì le coperture della Sala terrena, innalzò le pareti laterali
sistemando gran parte delle bifore, e terminò con bravura la parte
sul canale che dava problemi statici.
Scarpagnino
(Antonio Abbondi): grazie
a lui si deve l'aspetto attuale dell'edificio. Iniziò i suoi lavori
nel 1527, era all'apice della sua carriera.
Tra
i suoi interventi, i più significativi sono le otto colonne in
facciata e lo scalone imperiale (per farlo dovette abbattere quello
esistente in pietra e legno).
Giangiacomo
de Grigi: fu
nominato nel 1558 per fare l'Albergo dei Masseri sotto la rampa delle
scale centrali e per creare vani per gli archivi e paramenti sacri
sotto le rampe inferiori.
I
lavori terminarono il 1560 ca.
Giorgio
Fossati:
nel '700 si decise di assumere un altro architetto per sopraelevare
di un piano l'edificio e creare La Sala del Tesoro. Il compito fu
affidato a Fossati che la posizionò al di sopra dello Scalone.
Sala Superiore |
FACCIATE
Ovest:
(a destra rispetto la facciata principale) dà sul Campo di
Castelforte e ha due corpi sporgenti rispetto la struttura
dell'edificio.
1.
Il primo corpo al piano terra corrisponde al Portico delle Arche,
chiamato così per via delle dieci lapidi presenti, e la Sala del
Guardian da matin (oggi corrispondenti all'uscita). Al piano
superiore c'è invece il mezzanino delle scale e ancora sopra La Sala
dell'Albergo.
2.Il
secondo corpo corrisponde a un portico al piano terra, scalone con
cupola immediatamente sopra e infine la sopraelevazione '700esca La
sala del Tesoro.
Est:
la base è da attribuire a Pietro Bon, il secondo piano è da
attribuire a Lombardo. Segue lo schema della facciata principale.
Principale:
dà sul campo di San Rocco. E' ricca di dettagli, tanto da sembrare
un precoce barocco.
Ha
due tipi di bifore: al primo piano sono di Bon
e sono di tipo codussiano mentre al secondo registro sono classiche e
le ha ideate Scarpagnino.
E'
grazie a quest'ultimo che la facciata diventa armonica, il maestro
infatti crea otto colonne per unire in un unico motivo la facciata.
Sud:
facciata molto semplice e unitaria ideata da Lombardo.
Non è da escludere che fu aiutato dal padre Tullio per il progetto,
vista l'inesperienza.
SALE
Sala
inferiore:
ampia sala divisa in tre navate da due file di colonne dal
piedistallo ottagonale. Nel lato opposto all'entrata si vede subito
l'altare '500esco dedicato a San Rocco.
Nota
importante della sala è il ciclo pittorico di Tintoretto,
qui potete trovare otto sue grandi opere che fece in età matura.
Mirabile è l'uso che il maestro fa della luce.
Di
seguito lo schema delle opere:
DIPINTI
a.
Annunciazione
b.
Adorazione dei magi
c.Fuga
in Egitto
d.
Strage degli innocenti
e.
S. Maria Maddalena
f.
S. Maria Egiziaca
g.
Presentazione al tempio/Circoncisione
h.
Assunzione della Vergine
PORTE
1.E'
l'ingresso verso un corridoio che poi va al Portico
delle Arche.
Oggi è l'uscita del museo e negozio di souvenirs.
2.
Si trova esattamente sotto all'Assunzione di Tintoretto e accede alla
Sala
del Guardian da Matin.
Oggi non è visitabile.
3
e 5. Sono rampe
di scale
che portano ad un ripiano intermedio, da qui c'è un ulteriore rampa
di scale per accedere alla Sala Superiore.
4.
Tra le due rampe di scale si trova un'ulteriore porta, qui è stato
ricavato l'Albergo
dei Masseri
con funzionalità di archivio. Anche questa area non è visitabile.
Scalone:
come sopra citato fu ideato da Scarpagnino
in stile imperiale.
E'
composto da due rampe di scale che dal piano inferiore portano ad un
mezzanino e da qui un'ulteriore rampa che porta alla Sala Superiore.
Il
mezzanino ospita il busto fatto da Gerolamo
Bertotti
in onore a papa Pio X che arrivò in visita alla Scuola. L'epigrafe
murata tra le finestre ricorda la pestilenza del 1576.
La
rampa di scale che dal mezzanino va alla Sala superiore è davvero
spettacolare, è coperta da affreschi che ricordano la peste del 1630
al termine della quale viene eretta la chiesa della Salute.
Nella
parete destra c'è La
Vergine appare agli appestati
di Antonio
Zanchi
mentre a sinistra c'è La
Madonna salva Venezia dalla peste del 1630
di Pietro
Negri.
In
fondo alla rampa delle scale si apre una cupola affrescata
magistralmente da Gerolamo
Pellegrini
con San
Rocco presenta gli infermi alla Carità.
Salone
Superiore:
(del tesoro) E' un'enorme salone decorato da affreschi, stucchi e
statue di grande effetto scenico.
La
parete di destra è occupata dall'Altare
di Francesco
di Bernardino
e dal presbiterio con dossali
scolpiti da Giovanni
Marchiori
con figure della vita di San Rocco.
La
cancellata
bronzea
che chiude il presbiterio è invece opera Giuseppe
Filiberti.
Le
due statue poste ai lati dell'altare sono di Gerolamo
Campagna
e rappresentano S.Giovanni
Battista
e S.Sebastiano.
Nell'area
del presbiterio ci sono vari dipinti posti su cavalletto: La
Visitazione di
Tintoretto, l'Annunciazione di
Tiziano, Cristo morto di
Bellini e Il ritratto maschile di
Tintoretto
(molti credono sia il suo autoritratto),
il Cristo portacroce di
Giorgione, Il padre eterno e gli Angeli di
Tiziano,
Il crocefisso tra i santi Rocco e Pantalone di
Tintoretto,
Agar e Ismaele di
Tiepolo e
infine altro quadro di Tiepolo
Abramo visitato dagli Angeli.
Tutta
la sala è percorsa da dossali lignei, nella parete in faccia alle
scale Francesco
Pianta Il Giovane
crea tra i dossali delle sculture
allegoriche lignee
ideate come cariatidi. Sono di grande effetto e molto bizzarre, la
loro interpretazione è di difficile intuizione percui il maestro
decise di darne spiegazione in un cartiglio in mano alla statua di
Mercurio posta a destra dell'arco dello scalone.
L'ultima
statua a destra rappresenta la caricatura di Tintoretto, difensore
della pittura.
Tutte
le pareti della sala sono dipinte con scene tratte dal Nuovo
Testamento mentre il soffitto con scene tratte dal Vecchio
Testamento; la maggior parte dei dipinti sono ideati da Tintoretto
e sono sistemati secondo un suo progetto.
I
temi dei dipinti ruotano attorno a tre filoni principali
identificabili con tre quadri del soffitto: Mosè
fa scaturire l'acqua dalla roccia
(miracolo dell'acqua), Il
miracolo del serpente di bronzo
(miracolo della guarigione), la
caduta della manna
(miracolo del pane).
Con
questi tre temi la Scuola vuole lanciare il messaggio del suo
operato, essa infatti vuole impegnarsi per alleviare le pene della
fame, della sete e della malattia.
Di
seguito lo schema delle opere nella sala:
1.
San Sebastiano
2.
San Rocco
3.
Adamo ed Eva
4.
Mosè salvato dalle acque
5.
I tre fanciulli nella fornace
6.
Adorazione dei pastori
7.
La tentazione di Cristo
8.
Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia
9.
La colonna di fuoco
10.
L'Eterno appare a Mosè
11.
Il battesimo
12.
Cristo risana il paralitico/ La probatica piscina
13.
Giona esce dal ventre della balena
14.
Sansone trae acqua dalla mascella dell'asino
15.
Samuele e Saul
16.
Il miracolo del serpente di bronzo
17.
La scala di Giacobbe
18.
La visione di Ezechiele
19.
La resurrezione
20.
L'ascensione
21.
Il sacrificio di Isacco
22.
Caduta della manna
23.
Elia sul carro di fuoco
24.
La visione di Geremia
25.
Elia nutrito dall'angelo
26.
Eliseo moltiplica i pani
27.
L'orazione nell'orto
28.
La resurrezione di Lazzaro
29.
La Pasqua degli ebrei
30.
Daniele salvato dall'angelo
31.
Abramo e Melchisedech
32.
L'ultima cena
33.
La moltiplicazione dei pani e dei pesci
34.
La visione di San Rocco
Sala
dell'Albergo:
in questa Sala si riunivano le riunioni di Zonta e Banca, due organi
dirigenziali della Scuola.
Per
decorare il soffitto si bandì un concorso, gli artisti dovevano
presentare una bozzetta del proprio lavoro e il migliore otteneva
l'impiego.
Tintoretto
partecipò al bando, ma invece di presentare il bozzetto, presentò
l'opera già completata facendo indignare gli avversari.
Inutile
dire che il lavoro fu scelto e oltre alla tela nel soffitto,
Tintoretto ottenne la decorazione di tutta la sala.
Il
lavoro iniziò nel 1564 e terminò nel 1588 con grandi plausi della
Scuola.
Il
pittore era lui stesso un confratello, ma finiti i lavori della Sala
dell'Albergo entrò a fare parte anche dell'organo dirigenziale Banca.
Di
seguito lo schema delle opere:
a.
San Rocco in gloria
j.
La Primavera
n.
L'Estate
r.
L'Autunno
v.
L' Inverno
u.
Figura femminile
s.
Figura femminile
t.
La felicità
o.
La fede
p.
Allegoria della Scuola di San Teodoro
q.
La bontà
m.
Allegoria della Scuola di San Giovanni Evangelista
l.
Allegoria della Scuola della Misericordia
k.
Allegoria della Scuola di San Marco
z.
La Speranza
y.
Allegoria
della Scuola della Carità
x.
La liberalità
Sala
della Cancelleria:
l'accesso è a destra delle scale all'interno della Sala superiore.
E' una stanzetta così minuta è discreta che quasi si fa fatica a
notare.Non si può accedere e si può vedere solo dalla soglia.
All'interno
c'è un grosso tavolone circondato da sedie con alti schienali e in
fondo vedrete degli armadioni del '700.
Questa
stanza è davvero spettacolare per le sue ridotte dimensioni e
ridondanza di stucchi e decorazioni che la rendono un vero
gioiellino.
Sala
del Tesoro:
Prima
la sala del tesoro era la Sala superiore ed era denominata così
poiché all'interno vi era un gran numero di reliquari, calici,
croci, ornamenti sacri e miniature di grande valore.
Nel
'700 si decise di creare una stanza apposita dedicata a questi
ornamenti di impareggiabile valore, si affidò il lavoro a Giorgio
Fossati che sopraelevò di un piano le scale.
Oggi
la Sala è visitabile ed è di grande effetto.
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