venerdì 29 novembre 2013

LE SPOGLIE DI BABBO NATALE SI TROVANO A VENEZIA

Manca un mese a Natale, e per aspettare con voi questo lieto evento ho deciso di raccontare cosa succede in giro per il mondo facendo dei post con delle curiosità su questa festività..

Oggi partiamo con le origini del Natale... Chi le conosce? Vi siete mai chiesti com'è nata questa tradizione? Io mi sono documentata a lungo e ora vi scriverò tutta la verità su Babbo Natale, i regali e persino dov'è sepolto il corpo dell'originale vecchietto che porta i regali ai bambini!!!

Babbo Natale è la rappresentazione stessa del Natale, ma è anche il punto in cui c'è un miscuglio di tradizioni che hanno creato nel tempo molta confusione; andiamo per gradi...

. PERCHE' PORTA DONI? Il fatto che Babbo Natale porti i doni ai bambini, deriva da una tradizione pagana tedesca: prima che i tedeschi diventassero cristiani infatti, narravano che il Dio Odino durante il solstizio d'inverno facesse una grande battuta di caccia; i bambini per questo riempivano i propri stivali di fieno e carote la sera prima del solstizio in modo da riuscire a sfamare il cavallo volante del Dio, questo li ringraziava lasciando al posto del fieno dei dolciumi.

. PERCHE' ENTRA DAI CAMINI?: bisogna ricorrere ad un'altra leggenda tedesca.
In alcune zone della Germania esiste anche la leggenda di un demone che uccideva bambini nel sonno addentrandosi in casa attraverso le canne fumarie, un sant'uomo decise così di mettersi nelle sue tracce e convertirlo alla bontà. L'assassino per fare ammenda di ciò che aveva fatto era costretto ogni anno a portare dei doni ai bambini.


.LA SUA RAPPRESENTAZIONE CLASSICA (anziano con barba bianca): deriva dalla figura di San Nicola di Bari; si racconta che salvò e riportò in vita cinque bambini rapiti e uccisi da un oste, ecco perché è ritenuto protettore dei bambini.

Ancora oggi in molti paesi del nord Italia e nel mondo, i doni non li porta Babbo Natale (o comunque non solo lui), ma li porta San Nicola il 6 dicembre.
Per quanto l'immaginario della sua veste rossa, sacco gigante pieni di doni, renne e slitta, dobbiamo ringraziare la Coca Cola che negli anni trenta ha sviluppato una campagna pubblicitaria ad hoc per il Natale e ha creato la figura di Babbo Natale che tutti noi conosciamo.

. BABBO NATALE E' SEPPELLITO A VENEZIA: proprio così!!! Altro che villaggi creati apposta per motivi turistici in Finlandia!!! Se secondo tradizione Babbo Natale deriva da San Nicola, Venezia ha il privilegio di ospitare parte delle spoglie di questo adoratissimo santo.
Quando Myra (città turca dove il santo faceva il vescovo) cadde in mano ai mussulmani, Bari e Venezia che erano solite nei traffici marittimi in quell'area, fecero a gara per trafugare le spoglie del santo e portarsele nella propria città.
Il 9 maggio 1087 i baresi fecero una spedizione per recuperare le spoglie del santo, riuscita l'impresa le portarono a Bari che come tutti sappiamo divenne protettore della città.
Pochi sanno però che i veneziani successivamente entrarono nel sepolcro ormai aperto di San Nicola e trovarono molti frammenti dello scheletro del vescovo tanto caro alla chiesa.


Portati a Venezia venne costruita la chiesa di San Nicolò al lido, lì dove le terre isolane finivano e iniziava il mare, il santo divenne così protettore della flotta della Serenissima.. 

PERCHE' IN AMERICA E' CHIAMATO SANTA CLAUS? Gli olandesi in partenza per il Nuovo Mondo scoperto da poco, partirono con le loro navi per creare la colonia di New Amsterdam, l'odierna New York. A quei tempi la navigazione non era certo facile come oggi, per questo spesso le navi erano benedette e venivano scelti dei santi di protezione.
Gli Olandesi affidarono la loro speranza a San Nicola (“Sanctus Nicolaus”)
Con il tempo per abbreviare questo nome, iniziarono a chiamarlo “SinterKlass” e da lì il passo per Santa Claus in inglese è breve.

Questo è solo un assaggio di cosa ho scoperto sul Natale, a breve altre interessanti notizie!!!

mercoledì 27 novembre 2013

CHIESE A PAGAMENTO

Si sa che il patrimonio artistico all'interno delle chiese italiane è smisurato e di incommensurabile valore; per salvaguardare questo tesoro ormai in decadenza, la Cei ha deciso ormai da tempo di far pagare una sorta di biglietto d'entrata per le chiese con patrimonio artistico più rilevante (e non solo in Italia).
Al di là del dibattito sorto dalla decisione -molti infatti pensano che questo penalizzi i fedeli che vogliono entrare in chiesa per pregare- ciò servirà a mantenere in vita i restauri e la conservazione delle opere artistiche.

Ma quali sono le chiese italiane a pagamento?
Ravenna, Verona, Pisa, Siena e Orvieto hanno tra le 3 e 5 chiese a pagamento con una media di prezzo di circa 3 euro, Firenze arriva a una decina di luoghi di culto a pagamento (3 euro in media l'entrata per le chiese “minori” e 6 euro per l'entrata ai luoghi di culto correlati al Duomo) e Venezia?


Venezia si attesta al primissimo posto di questa insolita classifica con più di 16 chiese a entrata con biglietto!!!
La cifra per entrare nei luoghi di culto veneziani, per fortuna risulta irrisoria (3 euro per gli adulti, 1.50 euro per gli studenti fino ai 29 anni, varie gratuità tra cui quelle per i residenti nel comune di Venezia), certo è che se un turista vuole ad esempio visitare 10 chiese nell'arco del suo soggiorno, spenderà 30 euro!!!
L'associazione Chorus di Venezia ha creato per questo, un pass ad hoc da sfruttare in alcune chiese facenti parte del loro circolo.
Ad oggi le chiese inserite nel progetto sono 15 e il pass ha un costo di 10 euro a prezzo intero e 7 euro per gli studenti fino a 29 anni; ha validità un anno e consente l'accesso di una sola volta in queste 15 chiese.
Ci sono inoltre altre due interessanti soluzioni di pass: pass family a 20 euro (per 2 adulti con figli fino a 18 anni) e pass school a 3 euro (per gruppi scolastici e universitari fino ai 29 anni).
E' possibile comprare il pass direttamente nelle chiese oppure è acquistabile on line nel sito dell'associazione: www.chorusvenezia.org

Grazie a questi soldi, l'associazione realizza opere di restauro e impiantistica nelle chiese associate (ad esempio illuminazione dei quadri e impianti di sicurezza).


INTERESSATI A VISITARE QUALCHE CHIESA VENEZIANA? VI DO' IL LINK DOVE TROVATE UN SACCO DI INFORMAZIONI INTERESSANTI SULLE CHIESE DI QUESTA CITTA': VENEZIA

martedì 26 novembre 2013

SAN POLO E SANTA CROCE: UNIONE TRA ORIGINI E MODERNITA'

In questi due sestieri si entra nelle origini di Venezia: i primi abitanti e fondatori di Venezia infatti, si insediarono nella zona denominata “Rivus Altus” (Rialto, San Polo) con il significato di canale molto profondo, riferito all'attuale Canal Grande dove si affacciano appunto queste isole.
Dall'XI sec. la zona acquistò ancora più importanza grazie alla diffusione dei mercati, questi si svilupparono sempre più fino ad ospitare scambi internazionali.
Ancora oggi l'area realtina ospita il mercato del pesce e della frutta-verdura, la zona mantiene ancora la sua vitalità e vocazione al commercio seppur in dimensioni ridotte rispetto all'apogeo della Serenissima.
La toponomastica della zona aiuta sicuramente a far capire la vastità dei commerci che si tenevano in quest' area.

Per quanto riguarda Santa Croce, il nome deriva da una chiesa abbattuta da Napoleone nella seconda decade dell'800.
Questo sestiere risulta essere il più piccolo di Venezia e il più rimaneggiato con l'avvento dei collegamenti viari con Mestre che portarono alla costruzione di Piazzale Roma (dove c'è il terminal automobilistico) e la stazione ferroviaria.

E' consuetudine fare tour che abbinino questi due sestieri per ragioni pratiche: essendo infatti attigui territorialmente sono facilmente visitabili in un unica soluzione.

A mio parere però, risulta interessante fare l'abbinamento anche per il significato che queste due zone portano con sé: San Polo come spiegato poc'anzi è la zona dove nasce Venezia, a Santa Croce invece, si può affermare che Venezia ri-nasce grazie appunto a Piazzale Roma e all'avvento del traffico automobilistico; è quindi una fusione tra antico e nuovo, tradizione e modernità, venezianità e mondo esterno.

lunedì 18 novembre 2013

IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE

Il fantastico mondo di Amélie credo sia uno dei film cardini per i sognatori... 

Diretto da Jean-Pierre Jeunet e uscito nel 2001, questa pellicola racconta la storia di una bizzarra ragazza parigina, Amélie appunto, che vive in un mondo mentale tutto suo...

Per capire bene la sensibilità di questa ragazza, c'è un narratore che tiene le fila di tutto il film e all'inizio ci spiega l'infanzia di Amélie: suo padre è un ex medico militare che lavora per un centro medico termale, la madre è un'insegnate nevrastenica.
Nessuno dei due dà molto affetto alla bimba; l'unico contatto fisico che Amélie riceve dal padre, è la visita medica mensile a cui la sottopone: lei si emoziona così tanto che le viene il batticuore, il padre quindi pensa che sua figlia sia affetta da una malattia cardiaca e non la manda a scuola.
Amèlie quindi non ha nessun contatto con altri bambini e viene istruita a casa da una madre molto severa, fino a quando questa muore in un assurdo incidente e lei si ritrova a convivere tutta la sua infanzia e adolescenza con un rigido padre anaffettivo e rinchiuso nel lutto.
Sottoposta a questo tipo di vita, fin da piccola Amélie si rifugia in un mondo fantastico e aspetta l'età maggiorenne per andarsene di casa, trovare lavoro come cameriera in un ristorante a Montmartre e continuare la sua vita tra piccole gioie quotidiane.
La sua solitudine però non cambia fino a quando un giorno trova per caso nascosta dietro una mattonella di casa sua, una piccola scatolina appartenuta ad un bambino... 
Dentro la scatolina ci sono vari oggetti legati a ricordi infantili (una vecchia foto, dei giochini), così decide di fare di tutto per rintracciare il proprietario e restituirgli il suo scrigno di ricordi.
Rimane così colpita dalla reazione del proprietario della scatolina, il quale gli racconta anche il suo triste passato, che decide di dedicare il suo tempo a sistemare i problemi delle vite altrui.
Nel frattempo incontra anche lo sguardo di un giovane ragazzo, sognatore come lei, che per hobby colleziona le fototessere venute male che le persone gettano via alla metro...
Cosa può nascere da questo incontro sta a voi scoprirlo.

Di questo film mi ha colpito molto, prima di tutto, il montaggio delle scene e la fotografia in generale, io non ne so nulla di vicende tecniche del cinema, ma anche un' inesperta come me, rimane affascinata dall'effetto della pellicola che ti trasporta direttamente nel mondo fantastico di Amèlie; anche la colonna sonora è molto bella, ed è diventata davvero famosa.

Se non credete alle mie parole, fate un piccolo giro sul web, scoprirete che questo film ha scalato una serie di classifiche molto importanti, ad esempio la rivista cinematografica Empire ha messo Il favoloso mondo di Amélie al secondo posto nella classifica "The 100 Best Films Of World Cinema", ovvero una classifica dei migliori film in lingua non inglese.

Ed eccoci al punto più importante per noi amanti dei viaggi, l'ambientazione del film. 
Essendo girato a Parigi ci sono molte scene che ritraggono scorci molti belli della ville lumière, tanto che gli appassionati del film hanno creato un vero e proprio tour nella città per rivivere le scene della pellicola. 
Appena avrò tempo mi informo meglio su questi tour e faccio un post ad hoc per chi fosse incuriosito come me da questo bizzarro viaggio.

Di seguito vorrei proporvi anche qualche frase del film per farvi entrare nel cuore dei dialoghi:
. "se il dito indica il cielo, l'imbecille guarda il dito"
. "fallire la propria vita è un diritto inalienabile"
. "il destino dell'uomo si compie con il fallimento e a forza di fallimenti l'uomo si abitua a non andare oltre la brutta copia"

Per finire ecco QUI il trailer del film, e QUI una scena che mi ha fatto emozionare molto, buona visione.








domenica 17 novembre 2013

L'ELEGANZA DEL RICCIO

Oggi vorrei parlarvi di un libro che ho letto qualche tempo fa, "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery, del 2007.

Leggendo il titolo si potrebbe pensare ad un libro glamour, che parla di moda, invece è l'esatto opposto. 
Il riccio del titolo è proprio l'animaletto spinoso e coccoloso che tutti noi conosciamo, e che nella cultura giapponese è simbolo appunto di eleganza. 
Il libro però è ambientato a Parigi... Cultura giapponese a Parigi? Si, avete letto bene! 
Le due protagoniste sono una portinaia "vedova,grassa,brutta,grassottella", che lavora per un palazzo dell'alta borghesia parigina, e la figlia dodicenne di una delle famiglie che abitano il palazzo. Entrambe sono appassionate di letteratura, filosofia giapponese e tutto ciò che è cultura; entrambe però nascondono la loro intelligenza poiché preferiscono vivere nell'ombra. 
Il libro parla del loro incontro, ed è imbevuto di pensieri molto profondi.
Purtroppo (visto il mio interesse per i viaggi) quasi tutte le vicende si sviluppano negli interni del condominio, quindi dà poche immagini della città, però oltre ad essere un libro molto interessante, rispecchia la società della Parigi bene (forse un pò troppo stereotipata).


Vi scrivo alcune frasi che mi hanno colpito del libro:
. "Cos'è un'aristocratica? Un'aristocratica è una donna che, sebbene circondata dalle volgarità, non ne viene sfiorata"
. "Tolti l'amore, l'amicizia e la bellezza dell'arte, non c'è molto altro di cui la vita umana si possa nutrire"
. "Per chi ignora l'appetito, il primo morso della fame è al contempo una sofferenza e un'illuminazione"


Vi dò anche il link per vedere l' Intervista alla scrittrice riguardo al suo libro.
Fatemi sapere voi cosa ne pensate ;)