Ormai terminare le visite dei
musei/ville del circuito “isola dei musei” della
provincia di Treviso è quasi diventata una mia missione; questa iniziativa la ritengo
davvero interessante perché sono musei che spesso rimangono
sconosciuti e sono fuori quindi dai soliti percorsi turistici.
Domenica scorsa è toccato il turno di Villa Emo.
Ormai sono al terzo museo di
questo circuito, che ricordo essere una iniziativa dove paghi intero
uno dei siti e quando visiti gli altri 4 sono a prezzo scontato.
Posso affermare nella mia classifica personale di gradimento che
Villa Emo e il Museo di Canova se la giocano bene per il primo posto,
mentre la Casa di Giorgione sta agli ultimi posti.
Veniamo a Villa Emo, c'è da
dire che è una delle ville meglio riuscite del Palladio; è stata
costruita tra 1557 e 1560 per volere di Leonardo Emo, aristocratico
veneziano che ricopre vari ruoli importanti nella Serenissima.
Come altri suoi compaesani,
Emo vuole costruirsi una villa agricola nella terraferma per più
ragioni; la prima è perché è diventato di moda tra i veneziani
dell'epoca: avere la villa corrisponde all'avere una seconda casa per
le vacanze al mare o in montagna ai giorni d'oggi, qui ci si rifugia
dal caldo veneziano estivo e si possono fare grandi feste.
La seconda ragione è di
tipo economico, l'agricoltura è un ottimo investimento e soprattutto
è un investimento sicuro; ecco il perché spesso queste ville sono
molto funzionali in questo senso.
Villa Emo è così
apprezzata perché è stata costruita con materiali poveri (laterizio
e intonaco), ed è solo merito di Palladio (e Zelotti poi che la
affrescherà) se è così bella.
L'architetto infatti fa
finti bugnati e finti marmi per impreziosirla, inoltre usa le sue
ormai famose regole di armonia classica in tutta la struttura,
rendendola un capolavoro tutt'oggi ammirato nel mondo.
Al di là della bellezza
architettonica, la villa è più conosciuta per la sua particolare
forma; Palladio pensa di costruire le barchesse laterali (costruzioni
riservate di solito per l'uso agricolo) allineate alla casa
patronale, in modo tale che ci si può spostare all'interno della
tenuta passando sotto i portici e quindi evitando pioggia e sole.
Pare una cosa da poco, ma è
il primo esempio esistente di tale soluzione, novità assoluta che
fece gran scalpore, ammirazione e invidia all'epoca.
Gli interni del piano nobile
sono stati affrescati da Battista Zelotti, collaboratore del
Veronese, affrescatore di altre ville veneziane e in generale pittore
veneziano.
Nel 1565 lo Zelotti qui crea
uno straordinario ciclo di affreschi con episodi tratti dalla
mitologia ed allegorie, con il senso di valori quasi cristiani, quali
la virtù dell'unione coniugale e il controllo delle passioni.
La villa è circondata da un
grandioso parco, in sé molto semplice ma davvero piacevole da
percorrere; in generale la villa è situata in mezzo alla campagna e
la vista di tanto verde vi assicuro che vi farà fare un respiro e vi
rimetterà di buon umore.
Piccola nota tecnica, il
parco è visitabile senza pagare alcun biglietto; quindi se non vi
interessa entrare nella villa potete comunque farci un giretto e
vederla da fuori se siete in quelle zone.
All'interno invece troverete
anche una sala dove è proiettato un video-documentario sulla villa,
nel video vengono spiegati la storia e in modo dettagliato ogni
singolo affresco e particolare della struttura.
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