domenica 4 maggio 2014

VILLA EMO


Ormai terminare le visite dei musei/ville del circuito “isola dei musei” della provincia di Treviso è quasi diventata una mia missione; questa iniziativa la ritengo davvero interessante perché sono musei che spesso rimangono sconosciuti e sono fuori quindi dai soliti percorsi turistici.
Domenica scorsa è toccato il turno di Villa Emo.
Ormai sono al terzo museo di questo circuito, che ricordo essere una iniziativa dove paghi intero uno dei siti e quando visiti gli altri 4 sono a prezzo scontato. 
Posso affermare nella mia classifica personale di gradimento che Villa Emo e il Museo di Canova se la giocano bene per il primo posto, mentre la Casa di Giorgione sta agli ultimi posti.


Veniamo a Villa Emo, c'è da dire che è una delle ville meglio riuscite del Palladio; è stata costruita tra 1557 e 1560 per volere di Leonardo Emo, aristocratico veneziano che ricopre vari ruoli importanti nella Serenissima.
Come altri suoi compaesani, Emo vuole costruirsi una villa agricola nella terraferma per più ragioni; la prima è perché è diventato di moda tra i veneziani dell'epoca: avere la villa corrisponde all'avere una seconda casa per le vacanze al mare o in montagna ai giorni d'oggi, qui ci si rifugia dal caldo veneziano estivo e si possono fare grandi feste.
La seconda ragione è di tipo economico, l'agricoltura è un ottimo investimento e soprattutto è un investimento sicuro; ecco il perché spesso queste ville sono molto funzionali in questo senso.


Villa Emo è così apprezzata perché è stata costruita con materiali poveri (laterizio e intonaco), ed è solo merito di Palladio (e Zelotti poi che la affrescherà) se è così bella.
L'architetto infatti fa finti bugnati e finti marmi per impreziosirla, inoltre usa le sue ormai famose regole di armonia classica in tutta la struttura, rendendola un capolavoro tutt'oggi ammirato nel mondo.
Al di là della bellezza architettonica, la villa è più conosciuta per la sua particolare forma; Palladio pensa di costruire le barchesse laterali (costruzioni riservate di solito per l'uso agricolo) allineate alla casa patronale, in modo tale che ci si può spostare all'interno della tenuta passando sotto i portici e quindi evitando pioggia e sole.
Pare una cosa da poco, ma è il primo esempio esistente di tale soluzione, novità assoluta che fece gran scalpore, ammirazione e invidia all'epoca.

Gli interni del piano nobile sono stati affrescati da Battista Zelotti, collaboratore del Veronese, affrescatore di altre ville veneziane e in generale pittore veneziano.
Nel 1565 lo Zelotti qui crea uno straordinario ciclo di affreschi con episodi tratti dalla mitologia ed allegorie, con il senso di valori quasi cristiani, quali la virtù dell'unione coniugale e il controllo delle passioni.

La villa è circondata da un grandioso parco, in sé molto semplice ma davvero piacevole da percorrere; in generale la villa è situata in mezzo alla campagna e la vista di tanto verde vi assicuro che vi farà fare un respiro e vi rimetterà di buon umore.

Piccola nota tecnica, il parco è visitabile senza pagare alcun biglietto; quindi se non vi interessa entrare nella villa potete comunque farci un giretto e vederla da fuori se siete in quelle zone.


All'interno invece troverete anche una sala dove è proiettato un video-documentario sulla villa, nel video vengono spiegati la storia e in modo dettagliato ogni singolo affresco e particolare della struttura.